venerdì 23 gennaio 2015

RIFLESSIONI

 

TUMORE – CRONACA DI UNA MALATTIA NON ANNUNCIATA – 2a PUNTATA

Lo sconcerto era tanto. I miei cari accanto a me erano totalmente impotenti davanti al mio dolore e al loro dolore. Se fosse stato per il Professore, mi avrebbero operato subito, ma io  chiesi una settimana per organizzarmi, con la famiglia, casa, lavoro e, soprattutto, con la testa.

Altra attesa, l’esito dell’agoaspirato che non è tardato ad arrivare con esito di aggressività massima, giustamente…. sono una perfezionista, le cose o le faccio bene o non le faccio affatto!

Ho sempre pensato, di aver già dato abbastanza e di essere immune ad altro dolore, ma evidentemente dovevo passare altri steps di crescita, chissà…

Immaginate, mai fatto un intervento in vita mia, sempre stata bene, sempre fatto sport, ottima alimentazione, niente fumo, e che cavolo, pensavo… Già mi vedevo su un letto, morente.

Il giorno del ricovero ero spaventata da morire, una lunga lista di analisi e visite… mi ricordo di essere entrata nella sala di radiologia dove dovevo attendere per fare la scintigrafia del linfonodo sentinella  pre intervento. La sala era piena di donne, chi con il rosario che pregava, chi intenta nei propri pensieri, tutte con una cosa in comune: la paura negli occhi. Ho iniziato a dire le prime cretinate, come mio solito, e, nel giro di pochi minuti, ridevano tutte.  Non immaginavano neanche che me la stavo facendo sotto, visto poi il controllo della pressione che era a duemila! La sera ho chiesto una buona dose di calmanti, mi servivano. La mattina presto ero la prima della lista, ma, stranamente tranquilla, ho anche rifiutato i calmanti, ormai non potevo più scappare.

Quando ho riaperto gli occhi c’era mio marito, il mio dolce compagno di vita, che a vederlo sembrava fosse andato lui sotto i ferri. Nel giro di poco arriva lei, la mia amica del cuore, che aveva preso l’aereo della mattina presto per stare accanto a me nei giorni della degenza. Mi faceva morire dal ridere quando pensava di parlare a bassa voce dicendo dell’infermiere stronzo e lui sentiva tutto… e vogliamo parlare di mio fratello e della sua compagna che sono arrivati la sera e in quel momento mi avevano fatto un bendaggio strettissimo perché la ferita spurgava sangue e iniziavo a stare male. Cercavo di rincuorarli dicendo che fino a quel momento era andato tutto bene, sono quasi scappati dall’impressione.

Forse è da questo momento che ho capito che dovevo reagire, mi serviva solo rimettermi in sesto fisicamente.

1 commento:

  1. La famiglia in questi casi è la cosa più importante che ci sia! ovviamente anche una buona dose di autostima e di forza d'animo....ma tu sei forte, lo so! Baci Rita

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