venerdì 13 gennaio 2017

RIFLESSIONI






Era da tanto che non controllavo il mio blog e… stupore! Solo nella giornata di ieri cento e passa persone l’hanno aperto. Si, certo, sarà un caso, ma poco importa, forse questo mi darà nuovi stimoli… In realtà, in questo anno ho cercato di rimettere insieme i pezzi, cercando di dare nuove priorità. 


Dopo quello che ho passato, mi sono sentita come quando apri la busta delle migliaia di pezzi del puzzle e le lasci cadere sul tavolo. Non sai da dove iniziare, provi a mettere gli angoli con l’aggiunta di qualche pezzo. Quando pensi di essere ad un buon punto, ti rendi conto che hai sbagliato tutto e questo fa male. Hai investito su rapporti che pensavi fossero solidi e sinceri, ma poi realizzi che l’investimento era solo da parte tua. Avevi solo tu creduto in quel rapporto. E allora stacchi i pezzi e ricominci daccapo. Ecco cosa è successo in questo anno.


Non è facile, i pensieri negativi riaffiorano  e si prova a metterli da parte. Si è sempre sospesi, ma si impara a convivere con il fiato corto.



Qualche pezzo è ben incastrato. Sono le mie certezze. Si, si, ci sono delle certezze

venerdì 22 aprile 2016

DUE MINUTI DI ALLEGRIA



Due amiche si incontrano...

"Sai, ieri ho dato 10 euro ad un poveraccio, che pena..."

"Davvero? E tuo marito cosa ha detto???"

"Mi ha ringraziata commosso!!!" ;-)

giovedì 21 aprile 2016


RIFLESSIONI





E’ da circa un anno che non posto niente sul blog.
Ci sono state tante cose da fare, tanti posti da esplorare e mi sono vissuta ogni singolo momento. Lo ammetto, ho voluto pensare a me, mettendomi al primo posto. Ora vorrei riprendere, ma vorrei ricominciare con un altro spirito, non solo parlando di malattia, ma anche parlando di quello che si vive nella quotidianità, semplici giornate, con sorrisi e arrabbiature.

In questi giorni, da circa un mese, sono a casa calma e tranquilla  perché ho gli operai che stanno lavorando in giardino, io dico che mi hanno dato gli arresti domiciliari.  Disastro, polvere ovunque, quindi vivo praticamente con tutte le serrande chiuse e il mocio in mano. Mi piace dirigere i lavori e prendere decisioni. Ormai, dopo tante case ristrutturate, sono un’esperta. Tanti anni fa, con una mia amica architetto volevamo aprire una società.  

E’ stato divertente ieri trovare la soluzione ad un problema, si stavano perdendo in un bicchiere d’acqua. Omoni grandi e grossi che mi potrebbero stendere con un dito, star lì a cercare di capire come fare, quando poi è bastata l’astuzia di donna per trovare la soluzione. Sono piccole soddisfazioni!

Ho approfittato oggi per fare la classica pasta al forno, rigorosamente tortiglioni integrali!

Ho problemini con il computer, vediamo se il mio maghetto riesce a risolverli. Lo scoprirete nei prossimi giorni, con la ricetta e le fotografie della pasta al forno!

mercoledì 15 luglio 2015

RIFLESSIONI

Oggi facevo una considerazione su tutto ciò che si legge sul cancro.

E’ un dato di fatto che sempre più persone si ammalano di tumore, nello specifico: una donna su tre si ammala di cancro al seno. Percentuale altissima, nessuno lo mette in dubbio. Motivi? C’è chi dice che dipenda dall’alimentazione. Bon! Non bisogna mangiare carne. Bon! Non bisogna mangiare zuccheri perché il tumore cresce cibandosi di zuccheri. Bon! Per non parlare dei formaggi e latticini! Non basta essere vegetariani, bisogna diventare vegani, anzi vegani crudisti. Considerazione: e allora come mai anche i vegani si ammalano di tumore???

Si legge che può dipendere da una componente psicologica, quindi chi subisce un trauma si ammala perché non è felice e somatizza il dolore che sfocia attraverso una reale malattia. Bon! E allora i bambini? Come mai i bambini si ammalano di tumore?

Non bisogna fumare. Bon! Ma allora perché vengono i tumori ai polmoni anche a persone che non hanno mai fumato? Ci tengo a dire che riguardo il fumo sono d’accordo, ho smesso più di dieci anni fa e ne sono felice, quella tossettina  che avevo era veramente fastidiosa.

Dicono di fare movimento tutti i giorni, il moto fa bene, si ossigena il sangue. Bon! Secondo quello che si legge su internet bisognerebbe non mangiare, non fumare, non prendere il sole, non arrabbiarsi… insomma, esiste una piccola isoletta disabitata in mezzo all’oceano, con una piccola capanna (per proteggersi dal sole nelle ore più calde) e orticello annesso,  non raggiungibile da nessuno? Mi raccomando: sufficientemente grande per fare jogging tutti i giorni!

martedì 14 luglio 2015

RIFLESSIONI

CRONACA DI UNA MALATTIA

Ieri ho fatto il mio primo taglio di capelli. E sì, come un bebè al suo primo taglio. I capelli erano lunghi e fini, senza corpo. Volevo resistere e farli crescere, ma non aveva senso, si stavano spezzando. E’ assurdo, sto soffrendo più adesso per i capelli che quando ero totalmente calva. Portavo con fierezza il mio foulard a dire: guardatemi, sono forte, ce la posso fare! Adesso no, sono arrabbiata, li vorrei vedere cresciuti, forti e sani come erano prima. Probabilmente perché vorrei dimenticare questa brutta avventura a dimostrazione della totale guarigione… forse…

Ci sono stanti segni che dimostrano che mai potrò dimenticare, uno tra tutti:  i dolori alle ossa. E sì, mica te lo dicono che dopo la chemioterapia ti porti dietro dei dolori lancinanti alle ossa. La mattina, oddio odio la mattina, quando appena sveglia poggi i piedi per terra e i dolori alle caviglie sono talmente forti che strusci i piedi per terra per una buona oretta. Oppure quando di notte ti svegli perché le dita delle mani si addormentano e dolgono fino a svegliarti. Certo, impari a conviverci, ti ripeti che hai passato di peggio. Come, per esempio, l’ultima chemio delle rosse bastarde. Mamma mia come stavo a pezzi! Ero veramente stremata, pensavo di non potercela fare. E invece ce l’ho fatta! Ho anche organizzato una cena a casa per festeggiare. Chiaramente dopo i dieci giorni canonici del coma profondo! La prima tappa importante era superata e io mi meritavo una festa!

lunedì 4 maggio 2015

RIFLESSIONI

 

CRONACA DI UNA MALATTIA

Tornare indietro nel tempo, riprendere i miei appunti in mano, i miei foglietti sparsi tenuti insieme con una graffetta, mi fa rivivere sensazioni di malessere ma nello stesso tempo mi ricorda come sto bene adesso, malgrado tutti i dolori e i vuoti di memoria. E si, questo è un regalino che ti lascia la chemioterapia. Non sono tanto i dolori alle articolazioni che mi innervosiscono, che dicono che andranno via con il tempo, quanto i “giochini” che mi crea il cervellino, dimentico le cose (poco male si scrivono), mentre parli ti sfuggono le parole (poco male ti aiutano a trovarle), inverti le parole (uhmmm), mentre scrivi una parola non la riconosci (uhmmm), insomma un casino… speriamo che le cellule buone si riproducano velocemente!

Bene, passiamo alla terza terapia. Inizia il declino! Il fisico è debilitato, si è stanchi anche mentalmente, ma rassegnati a quello che sta accadendo. Non la vedi la fine, è un puntino lontano, hai perso l’obiettivo finale, sei demoralizzato. Oltretutto l’ho fatta in agosto, quando tutti ti parlano di vacanze e tu sei contenta per loro, veramente non te ne frega niente, ma non vedi l’ora che arrivi il giorno della fine dell’incubo. Mi ricordo che l’ho fatta di lunedì 11 agosto e, come ho detto, si sta molto male per una settimana, ma siccome non volevo che mio marito soffrisse con me nel fine settimana di  ferragosto, abbiamo deciso di fare una passeggiata a Maienfeld (per chi non lo conosce è il paesino di Heidi) e siamo partiti la domenica. Dico solo che, arrivati lì, c’era da fare una salita a piedi per raggiungere la casetta e io non riuscivo, facevo pochi metri e mi fermavo. Mi veniva da piangere, ma ho retto per lui, mi facevo pena da sola… ma che soddisfazione arrivare in cima e poter pensare: fanculo al cancro bastardo!!!

venerdì 27 marzo 2015

RIFLESSIONI

CRONACA DI UNA MALATTIA

Il fatidico giorno della seconda merdachemio era arrivato. Da una parte contenta di farla (ma vi rendete conto, essere contenti di poterla fare!?!) e dall’altra la solita sensazione “timore/ansia” che mi stringeva la gola.

Cercavo di farmi forza dicendo che così male non era andata, poteva andare peggio. In sala di attesa, tra la visita e il momento in cui ti viene a chiamare l’infermiera, si conoscono tante persone e proprio quel giorno conosco un signore di una certa età che mi racconta che anni prima, sotto chemio, per una infezione è stato ricoverato dodici giorni in isolamento. Beh, se vogliamo dirlo, a me non era proprio andata male allora, che culo!!!

Dovete sapere che durante la  prima  mi era stato prospettato di mettere un Porth a cat o un Picc, (catetere al petto o al braccio) ma io ero talmente presa da quel liquido rosso che entrava nella  vena che non ho prestato molta attenzione a quello che mi veniva detto. Quella mattina non mi viene solo prospettato, ma mi viene chiesto quale giorno preferivo per il piccolo intervento per l’inserimento del PICC. AHG! Panico! Mi sono iniziata ad agitare… Non ho mai digerito il fatto di mettere il Picc al braccio (ho escluso l’ipotesi di mettere il Porth al petto visto il gonfiore che avevo ancora). Mi sono battuta fino all’ultima delle quattro chemio pesanti, anche se capivo che volevano metterlo per il mio bene. Non volevo sentirmi una malata…

Tutto sommato la seconda chemio è quella che è andata meglio, sapevo a cosa andavo incontro, il mio fisico era ancora in forze e mi sentivo a metà dell’opera di quelle merdose.